L’arte di essere gentili: dimostrare che la gentilezza, contrariamente a ciò che la gente sostiene, non é una debolezza bensì una qualità etica. Un compito non semplice, ma Stephan Einhorn, oncologo presso l’Ospedale di Karolinska di Stoccolma, propone una tesi molto convincente nel suo libro Essere buoni conviene. Stefan Einhorn parte dalla constatazione che la gentilezza non è ben accolta o quantomeno è vista in maniera spregiativa: spesso viene paragonata a una debolezza o addirittura a una forma di ritardo mentale o a stupidità. Per Einhorn, invece, la gentilezza è innanzitutto una forma d’intelligenza: «La gentilezza, così come la concepisco […] non scaturisce mai dalla stupidità, ma piuttosto dal buon senso».
Aurore Sand (che poi assumerà il nome di George Sand) e Jules Sandeau erano molto innamorati e avevano scritto insieme un romanzo, Rosa e Bianca, firmando con le iniziali del loro nomi. Poi, però, Aurore incomincia a rendersi indipendente. Si ritira nella casa di campagna e scrive, da sola, un nuovo romanzo: Indiana. Non lo firma col suo nome, Aurore, ma si limita ad abbreviare lo pseudonimo di prima: G. Sand. Il libro ha un successo trionfante, Sandeau resta colpito e imbarazzato, forse comincia a essere un po’ invidioso. Ma la catastrofe arriva quando Aurore scrive un altro romanzo da sola: Valentina, e lo firma col nome di George Sand. Adesso lei è diventata famosa, adorata da tutti e lui quasi dimenticato. Il loro amore muore.
Umile è colui che non giudica, non critica, non si vanta, non disprezza, non si esalta, non cerca la propria gloria, non si mette in vista, riconosce e accetta i propri limiti e non vuole primeggiare né dentro di sé né fuori di sé. È modesto, privo di superbia, non si ritiene migliore o più importante degli altri e il suo comportamento è improntato alla consapevolezza dei propri limiti e al distacco da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessiva.
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