Credere è importante, ma non basta se il nostro agire, la pratica quotidiana, non è conseguente. Senza la pratica e la sperimentazione dei principi etici e divini non vi è una reale comprensione, non vi è merito nè progresso spirituale. Possiamo ricevere molto anche in cambio di poco, ma quel poco è necessariamente richiesto. Questo perchè esiste un Conto regolato dal principio di causa ed effetto, principio a cui obbedisce l’intero creato e che Dio stesso non trasgredisce mai.
La parabola del Buon Samaritano, dal Vangelo secondo Luca, viene raccontata durante una discussione tra Gesù e un dottore della legge a proposito della questione di cosa si dovrebbe fare “per ereditare la vita eterna”. In riferimento alla risposta che viene data dalla legge, l’uomo cita un versetto del Pentateuco: «Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Levitico 19 :18). Costui interroga poi Gesù sul significato della parola “prossimo” e Gesù risponde raccontando una parabola: «Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico, quando si imbattè nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Un sacerdote per caso scendeva da quella strada ma, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece, un Samaritano…
Possiamo essere molto intelligenti e razionali nella nostra vita materiale di tutti i giorni o addirittura essere degli esperti in vari campi del sapere ma, al contempo, non comprendere nulla di spiritualità. Perché la ragione comune non é in grado di cogliere né comprendere la dimensione spirituale delle cose fin quando non comincia a maturare ed evolversi in ragione sana. Favorire tale maturazione attraverso un’adeguata “alimentazione” è quindi per l’uomo un compito prioritario, la cui esecuzione non è priva di ostacoli.
L’ambiente naturale per la nostra anima è altrove, non qui. Eppure essere qui ha un senso. Soltanto sulla terra possiamo formarci e potenziare la nostra capacità di comprensione, secondo precise tappe di apprendimento. E la felicità, nel senso pieno del termine, ha a che vedere con la comprensione e il suo grado di profondità e ampiezza.
Gli uomini hanno sempre praticato delle trasgressioni a livello etico, ma un tempo quando si era immorali ci si sentiva fuori posto (peccatori nella versione cattolica, inadempienti agli obblighi della coscienza nella versione laica). Oggi si è immorali e ci si sente furbi e vincenti. Ecco cosa sta affondando il nostro Paese.
di Vito Mancuso, da Repubblica, 21 giugno 2013
La verità dell’uomo è la sua anima. Per quanto possiamo modificarci, la nostra identità permane perché il nostro vero Io è un’anima, coscienza pura. Ma è il nostro livello di consapevolezza attuale ad essere estremamente limitato e a renderci ipovedenti, dice Bahram Elahi attraverso una metafora che in qualche modo ricorda il mito platonico della caverna.
Principi etici e spirituali che non si traducano in un modo di agire e di vivere, che rimangano relegati nella sfera del mentale o espressi solo al livello del dire, non servono alla crescita personale e alla conoscenza di sé. Piuttosto alimentano in chi li “archivia” un senso di superiorità teso a zittire e sopraffare il prossimo. Questo il pensiero di Bahram Elahi, nella sua conferenza di novembre 2011 a La Sorbonne di cui pubblichiamo un estratto.
15 novembre 2012
Intervista al fisico Ugo Amaldi
«Amore per la scienza e amore per la fede». È questa in sintesi la motivazione del Premio internazionale Cultura cattolica, che domani sarà consegnato a Ugo Amaldi, fisico presso il Cern di Ginevra (la cerimonia, con inizio alle ore 20,30, avrà
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